G'12 Mostra internazionale di scultura all'aperto del Gambarogno

Photography
KLMetzler
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Da 44 anni la scultura a Vira Gambarogno


Siamo all'undicesima edizione.
Quest'anno abbiamo deciso di dare risalto ad uno dei più importanti artisti svizzeri contemparanei.

L'idea è nata spontaneamente dato che l'artista è stato tra i vincitori del primo "Premio di scultura del Gambarogno" nella prima edizione della nostra rassegna, in più l'artista zurighese è sempre stato fedele alle mostre di Vira: in totale l'abbiamo ammirato qui cinque volte, sempre in mostre collettive. 
La più significativa per lui, fu forse quella del 1993, quando con i suoi colleghi Albert Rouiller e Bernhard Lüginbühl, fu protagonista dell'edizione del 25.mo.

Per queste motivazioni per la G'12, abbiamo voluto Kurt Laurenz Metzler come assoluto protagonista. 

Appena varcati i settant'anni, gli dedichiamo un giusto riconoscimento alla carriera. 
Fulgida carriera che, come lui ama ricordare, ha avuto un ottimo trampolino di lancio proprio a Vira, in quel caratterizzante e storico anno ricordato in tutto il mondo come "Il Sessantotto"

Associazione GambarognoArte


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Figure tra storia e modernità


Di Kurt Laurenz Metzler continua a convingere l'alto tasso di novità.
La capacità di proporre ancora oggi (2012), nel tempo delle infinite contaminazioni, una scultura diversa, immediatamente riconoscibile e indimenticabile. Di primo acchito per le accese soluzioni cromatiche, per la monumentalità dei volumi e la varietà dei materiali, tra antico e moderno: la classicità del bronzo e del marmo, la rude solennità del ferro, la modernità dell'alluminio, la quotidianità del poliestere, materia plastica in un mondo di plastiche sempre più raffinate.

Dalmazio Ambrosioni
Critico d'arte


Immersione nel Pop - Metzler inizia il suo andirivieni Zurigo-New York cui aggiunge le cave di marmo di Arzo e poi la Toscana (un vero e proprio viaggio a sud, inseguendo la solarità, una socialità più vivace ma anche la classicità e il Rinascimento) lungo un percorso artistico che si esplicita negli aspetti più immediatamente rilevabili, i materiali e le cromie. 
Ma attraverso il quale in verità punta alla dialettica, al confronto e anche allo scontro tra l'arte europea, fondamentalmente classica anche nelle sue forme più innovatrici (basti citare Brancusi), e quella americana più irrequieta, irrispettosa, innovativa quanto capace di ripensarsi e riprogettarsi di continuo.

Recupero di Dada - In questo scenario lo zurighese si muove agilmente recuperando la travolgente eredità del movimento Dada, di cui è figlio e che gli ha insegnato l'assoluta libertà creativa utilizzando tutti i materiali e le forme disponibili, con il conseguente stravolgimento del significato di fare arte. Capisce che occorre fare ordine tra tante ed anche opposte spinte innovatrici per cui pone un punto fermo nella sua opera, ossia la figura, uomo e donna. Una figura che risente di Dada con la sua carica ironica, la stessa che brilla nello sguardo di Metzler, ma anche dell'affezione alla forma classica e, al tempo stesso, della determinazione a superarla, così come nella società e diventato incontenibile il bisogno-desiderio di modelli sociali nuovi.

L'astratto, il figurativo e il loro incrocio

Sono almeno due i grandi filoni entro cui si possono classificare le opere sultoree di Kurt Laurenz Metzler, uno astratto e uno figurativo. Da una parte infatti stranno le grandi forme che privilegiano lo studio dei volumi e dei materiali. Dall'altra, le immagini che raccontano di un mondo quotidiano e contemporaneo.
La suddivisione sembrerebbe in effetti coerente: l'astratto appare veramente orientato all'esplorazione della geometria tridimensioale e della sensorialità di spessori e superfici, mentre il figurativo risulta dedicato all'impiego più proprio delle immagini, cioè la narrazione.

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Eppure, come vedremo in seguito, i due grandi settori diniscono invece per mescolarsi ed intrecciarsi, dando luogno ad una serie di impercettibili spostamenti di significato, che si configura così non solo come espressione individuale dell'artista (il suo stile) ma anche come riflessione generale sulla scultura (la sua personale teoria dell'arte).
Dicevamo prima che Metzler è un accurato esteta dello spazio e della materia. Le sue sculture più frequenti sono infatti dedicate all'intreccio di forme che paiono espandersi secondo curiosi capricci della dissimmetria.
Vi sono steli altissimi, dal cui tronco verticale di diparotono ramificazioni, aperture, scavi, altorilievi. Così come notiamo impianti massicci - cubi, sfere - su cui si impiantano altre geometrie irregolari. E ancora assistiamo a rimembranze di oggetti primitivi: totem, dolmen, menhir, ma anche di oggetti lavorativi: fontane, ornati, recipienti. Quel che stupisce è l'altissima padronanza con cui vengono trattati i materiali, soprattutto i vari tipi di pietra, sui quali incidere, sì, ma anche crare effetti di superficie (liscio, zigrinato, ruvido, irregolare, spigoloso, eccetera), La combinatoria formale (una specie di collage scultoreo) e la forte visibilità della mano fanno sì che le forme astratte non abbiano per nulla l'apparenza dellla 'naturalezza', come spesso accade ad altri artisti, ma di un articolo lungamente studiato e perfezionato, evitando però la leziosità dei marmi levigati, catatteristici di certe avanguardie di questo secolo
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In queste operazioni di montaggio e di pittura della scultira, Metzler fa ricorso ad un senso di ironia che è difficile spiegare (dato che l'ironia è una figura retorica di contenuto, e non di espressione, come invece è il caso dell'astrattismo). Ma qui è il punto.
Metzler, in realtà 'racconta' qualcosa. Racconta a modo suo la storia tra l'artista e la materia che ha a disposizione. Sulla superficie delle opere resta infatti impressa la narrazione del rapporto manuale che è intervenuto fra lo scultore e l'ggetto grezzo: si vedono i passaggi successivi, i litigi intercorsi, e i colpi, le carezze, le provocazioni, lo scavo. E nella somma dei volumi si riscontrano i tentativi i produrre una evoluzione del corpo primario, quasi che esso stesso cercasse una libera espansione nello spazio, secondo una linea onirica sua propria.

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Quasi esistesse un sogno della materia. Le sculture astratte di Metzler sono insomma personificate, e hanno dei comportamenti autonomi e impertinenti, per chi abbia voglia di leggerli in questa chiave. Ma l'impertinenza, e l'ironia che prima si diceva, animano anche le coloratissime sculture figurative che abbiamo segnalato come l'altro importante filone dell'attività di Metzler. Il colore - e i materiali talvolta metallici o lignei ma perfino pressati - sono l'altra faccia di questa categoria di opere.

Omar Calabrese
Estratto dal catalogo G'12


Kurt Laurenz Metzler nasce nel 1941 a San Gallo. A scuola lavorava già in modo creativo, utilizzando pezzi di legno e cartonato: voleva diventare un artista. 
Perse il padre all'età di 12 anni e da allora crebbe temporanamente da suo zio, Florian Metzler, che era un pittore. 
Siccome la madre di Metzler riteneva che la scultura fosse un lavoro instabile, comincia a lavorare come rgafico, decoratore e fotografo.
Nel 1958, si iscrive alla Schule für Gestaltung, una scuola d'arte di Zurigo, ottenendo poi il diploma di scultire nel 1963. Nel 1970 si stabilisce nel Canton Ticinom dove crea le prime grandi sculture e ottiene le prime commissioni e mostre multiple in collaborazioni con artisti già noti al grande pubblico. Nel 1989 apre un atelier a New York, dove crea opere per esposizioni a New York stessa e Long Island. In seguito si sposta in Italia con sua moglie Claudia, mantenendo la residenza tra la Toscana e Zurigo.
Kurt Laurenz Metzler muore a Zurigo nel dicembre del 2024 all'età di 83 anni.

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Impressum


Organizzazione
Associazione GambarognoArte, Vira
Comitato
Waldis Ratti, Vira Gambarogno; Remo Clerici, San Nazzaro; Fernando Gaja, Breganzona; Daniele Lotti, Bellinzona; Nicola Nembrini, Vira Gambarogno

Direzione e coordinazione
Mauro Scopazzini, Capriasca; Waldis Ratti, Vira Gambarogno

Installazioni
Nicola Nussbaum, San Nazzaro

Collaboratori dell'artista
Charlotte Greco, Zurigo; Markus Meier, Zurigo; Claudia Metzler, Iesa-Siena

Costruzioni
Baggio Sagl, Gerra; Bonetti Sergio Sagl, Magadino; Schuler Sascha, Magadino

Trasporti
Trans Cycle AG, Neuenhof; Sabesa SA, Riazzino

Assicurazioni
La Mobiliare, Bellinzona

Sponsor

  • Associazione GambarognoArte
  • Comune del Gambarogno
  • Gambarogno Turismo
  • Cantone Ticino
    Dipartimento Cultura
  • AET Azienda elettrica ticinese
  • Ernst Göhner Stiftung
  • SES Società elettrica sopracenerina
  • Coop Cultura
  • Fondazione Cultura nel Locarnese
  • Raiffeisen del Gambarogno

Si ringraziano anche tutte le aziende, gli enti e i privati che con i loro contributi hanno permesso la buona riuscita della G'12.

L'artista ringrazia i suoi collaboratori Claudia P. Metzler, Damiano Metzler, Lorenzo E. Metzler, Sofia Pina, Charlotte Greco, Markus Meier, Francesca Calabrese, Betty Imholz.

Sponsor tecnici

  • APG/SGA, affissioni, Lugano
  • Ente Turistico Gambarogno, Vira
  • Masco Consult SA, Relazioni pubblice, Capriasca
  • Odeonsign SA, segnaletica, Bellinzona
  • Panetteria-Pasticceria "Marnin", Vira
  • Parrocchia di Vira Gambarogno
  • Ristorante Rodolfo, Vira
  • Fulvio Roth & Partner SA, grafica, Bellinzona
  • Ticino Magazione, Rivista del tempo libero, Lugano
  • Trio Spelecapiöcc, Vira