Terza esposizione nazionale di scultura all'aperto
25.VII - 3.X '82
PhotographyUna rassegna così vasta come la mostra di Vira Gambarogno, di Gerra e di Magadino non potrà mai dare una visione definitva e completa delle nuovissime tendenze artistiche. eppure vi portremo osservare cherte tendenze che hanno omprontato l'arte degli ultimi anni. Esaminando le foto delle circa 500 opere proposte, ho sopreattutto constatato che si trattava in pochissimi casi di opere monumentiali....
Estratto del catalogo, scritto da Peter Killer
Cornaca di un progetto ambizioso
Appena ci si ponga, con ragionato distacco, a riflettere sulle motivazioni che hanno indotto i responsabile della SPSAS, sezione Ticino, ad avventurarsi nell'organizzazione di una rassegna di portata nazionale (che anzi ha già suscitato aliti d'interesse anche al di là dei confini svizzeri), una specie di subbuglio emotivo ha, ancora oggidì che la mostra è ormai in cantiere, il sopravvento.
Il primissimo impulso che ci ha spinti a riportare a nuova vita una esposizione di scultura di così vasto respiro va ravvisato nella volontà di rinverdire quanto due precendenti esperienze del genere, curate dal locale Circolo di Cultura, ci avevano lasciato sottopelle.
Le ricordiamo, quelle due maniferstazioni, con la giusta riconoscenza verso coloro che si erano sobbarcati oneri tanto cospicui. e appunto uno dei primi spauracchi, contro cui ci siamo imbattuti, è stato priorio quello nerissimo e stridente (coi tempi che corrono...) del fattore finanizario.
Pierre Casé, presidente SPSAS Ticino
Estratto dal catalogo del 1982
Ora...allora...
Oggi, è risaputo ormai, si è per lo più attratti - senza accorgersi o, fingendo di non accorgersi del grave danno che si subisce - dal cosiddetto progresso dovuto, si dice, alla civiltà delle autostrade, dei trafori alpini ecc. Strumenti che, a prima vista, sembrano ravvicinare i popoli. Ed infatti, occorre ammettere, li avvicinano ma putroppo solo in termini speculativi, ma nello stesso tempo li allontanano sempre più dai valori culturali e umani con conseguenze disastrose quali il rifiuto di manifestazioni artistiche che, se hanno un difetto è proprio quelli di far pensare alla preoccupante realtà odierna nelle mani di coloro che vedono nella giungla di cemento armato, il solo progresso sociale e umano.
Ecco perchà la G'82, si presenta quest'anno in veste molto più allargata, tanto da coinvolfere nelle riflessioni sopraccitate, praticamente tutta la regione.
Infatti, Magardino, Vira e Gerra ospiteranno le 127 opere di 115 scultori rimasti dopo una scelta fatta condizionata non tanto in quanzion dealla qualità delle opere annunciate, quanto invece allo spazio a disposizione, che ci ha costretti a limitare il numero delle opere da esporre. Numero comunque che riteniamo più che sufficiente perché questa mostra possa essere il più possibile rappresentativa pur con tutti gli inevitabili rischi, in quanto evidentemente occore rendersi conto che il voler cercare la coesistenza tra interventi plastici e natura ad ogni costo, riempiendo senza alcun criterio spazi e squarci, porterebbe fatalmente alla perdita dell'armonia e dell'equilibrio volumentrico tra arte e natura.
Edgardo Ratti, Direttore Artistico
Estratto dal catalogo del 1982
La Società Pittori Scultori Architetti Svizzeri, SPSAS, sezione Ticino, è da tempo impegnata in un lavoro non facile, ma esaltante: organizzare l'esposizione nazionale di scultura all'aperto è un onore che conferirà dignità vera all'intero Cantone. Vada dunque una parola di compiacimento a quanti ci consegneranno qualcosa di sicuro valore e dunque d'interesse non soltato per un'élite colta e preparata, ma anche per tutta quella parte della nostra popolazione che nella crescita culturale sta riconoscendo uno degli scopi di maggior stimolo e di più sicuro arricchimento.
Carlo Speziali
Consigliere di Stato
Direttore Dipartimento Pubblica Educazione
Estratto dal catalogo 1982
La scelta della regione, il piccolo Gambarogno, segna una volotà interessante di portare l'arte e il dibattito culturale fuori dal dominio delle città. a contatto di una popolazione mediamente più avversa ai richiami della natura che non a quelli dell'arte. Potrebbe essere quindi un'occasione privilegiata di verifica sulle possibilità d'impatto e di convolgimento della popolazione da parte della moderna ricerda di produzione plastica.
In questo senso, ma non solo in questo, è interessante il modo di esporre le scuture, all'aperto, disseminate negli spazi adibiti al comune vivere quotidiano della gente di questi nostri villaggi.
Non potrà mancare quindi l'incontro, la provocazione, lo stimolo che incrina l'involucro monotono delle abitudini.
Ma questo modo d'esposizione è interessante anche per il confronto deliberatamente ricercato fra la moderna produzione artistica e il tradizionale tessuto urbanistico dei villaggi rivieraschi.
Fulvio Caccia
Consigliere di Stato
Direttore Dipartimento Ambiente
Estratto dal catalogo del 1982
Sculture tra le case
PhotographyChi ha avuto l'occasione di visitare le precedenti edizioni di questa importante esposizione all'aperto di scultura contemporanea non può non essere stato preso da una particolare e piacevole sensazione: trovarsi una volta almeno nella vita in mezzo a opere d'arte "vive", a sculture in cui valori plastici, estetici e comunicativi venivano offerti "in diretta" entro un ambiente in continuo movimento di luci e ombre, notte e giorno, bel tempo o acquazzone. Una sensazione, per il visitatore attento, di essere anche lui "presenza" attiva, una presenza dialogante con forme e colori in spazi umani.
Sculture di materie diverse collocate tra le case, nei vicoli, nelle piazzette di un villaggio con caratteristiche sue proprie se si pensa che fino a cinquant'anni fa era paese di pescatori e artigiani, contadini e vignaioli. Quindi sculture esposte nei sottoportici dove d'inverno si tirava la barca a secco e dove d'autunno di pigiava l'uva americana.
Sculture tra la gente del paese quasi fossero ospii con i quali si parla del più e del meno, ci si fanno confidenze sottovoce o si canta o si discute magari anche alzando la voce.
Le opere d'arte così alloggiate acquistano patine particolari, si muovono o sembra almeno che vogliano muoversi per meglio esporsi al sole che si taglia netto tra gli spigoli delle case, tra i balconi festosi con i gerani e le begonie.
Sculture "moderne" in un villaggio antico: una parentela tra passato e presente che si rinnova nella fantasia e nella ceratività coraggiosa di fiovani scultori, di avanguardie che indicano e interrogano, di "esperienze" e tentativi che domani potrebbero diventare certezze.
Per gli artisti questa del Gambarogno è una grossa prova: o la va o la spacca, ossia o l'opera resiste a tutti gli elementi che la circondano e riesce a trovare il giusto rapporto, il "volloquio" con l'archietettura perde le ragioni del suo essere scultura e si immobilizza sterile in una forma... amorfa.
Generalmente, si deve dirlo, la prova viene superata a pieni voti, anzi, con lode, in quanto le luci e le ombre che si rincorrono tra i muri delle case aggingono alle opere carattere, ne fanno risaltare le strutture più intime, ne modellano particolari che nelle fredde sale di un museo spesso scompaiono assorbite dalle luci fredde.
Ed è questa esposizione di sculture all'aperto anche una festa singolare, una festa per le opere che vivono e fanno vivere un intero paese, una festa per la gente del luogo e per i turisti, una festa della cultura e delle arti plastiche in particolare organizzata con serietà e con una inventiva che non potrà non essere rilevata da tutti coloro che ancora credono nei valori dell'arte e al messaggio umano e culturale che la fantasia e la creatività ancora, e speriamo sempre, riescono a trasmettere.
Manfredo Patocchi
Catalogo Esposizione del 1982
Un'opera d'arte non è mai qualcosa di isolato.
Essa appartiene ad un insieme analizzabile a tre livelli: prima di tutto alla totalità della produzione dell'artista che ne è autore; questa appartiene a sua volta ad un complesso più vasto, che è la scuola, la corrente artistica a cui si inserisce. Quest'ultima è poi compresa in un insieme esteso, cioè il mondo che lo circonda.
L'ultimo livello è quello che più ci interessa in questa sede, in quanto implica il rapporto tra oggetto e spazio.
La scultura, come qualsiasi oggetto tridimensionale, stabilisce un rapporto con l'ambiente. I piani principali formati dalla superficie dei volumi della struttura separano nello spazio illimitato uno spazio ristretto, quello proprio della scultura.
All'interno di questo si stabiliscono dei rapporti vicendevoli di volumi e di piani, in cui valori spaziali si costituiscono in quanto unità organica nei confronti dello spazio ambiente.
Manuela Rossi
Estratto catalogo esposizione 1892
La s-cultura o la cultura scolpita?
PhotographyLa scultura, rappresentazione materica di un aneddoto o di un dramma, la scultura come sublimazione e prolungazione di un corpo. Si fondono nel cervello le immagini come il bronzo nel crogiolo e le forme non si riproducono a caso ma con misure, stampi o calchi. L'identikit della scultura si ripercuote dopo anni di storia in una confusione di materiali e forme, nell'alienazione di un periodo storico violento e vigliacco.
La storia e le favole insegnano che la menzogna segue uno specchio della cultura travisandone molti contenuti. I bronzi di Riace scoprorono una verità che a 2000 anni di distanza fanno cantare vittoria e gioire lo sguardo del sacro e del profano, come un contrasto di chi ha condotto una vita piena di bontà per un attimo si trova nel fuori dell'inferno.
Nando Snozzi
Estratto dal catalogo del 1982
Commissione artistica:
Edgardo Ratti, pittore, scultore
Pierre Casè, pittore
Milo Cleis, scultore
Peter Hächler, scultore
Peter Killer, critico
Flavio Paolucci, pittore, scultore
Ivan Pestalozzi, scultore
Niki Piazzoli, architetto
Edy Quaglia, architetto
Jean Soldini, critico
Florens Deuchler, Prof. Dr.
Walter Balestra, sindaco di Gerra
Livio Fornera, già impiegato federale
Tutti i nomi della G'82
Organizzazione:
SPSAS Società Pittori Scultori Archietetti Svizzeri - Sezione Ticino
Comitato d'organizzazione
Presidente: Pierre Casè, pittore
Direttore artistico: Edgardo Ratti, pittore, scultore
Membri:
Guy Berger, esercente
Armando Losa, pittore, scultore
Luca Marcionelli, scultore
Adriano Martignoni, pittore
Franco Poretti, architetto
Edy Quaglia, architetto
Matteo Ratti, fotografo
Giuliano Togni, pittore
Per la posa delle sculture:
Edgardo Ratti, Pierre Casè, Giudo Tallone, Mauro Fignola, Franco Poretti, Edy Quaglia, Jean Marc Bühler, Nando Snozzi, Cio Zanetta, Marica Hefti, Fiorenza Bassetti, Carlo Mazzi, Giuliano Togni, Gianni Hoffmann, Daniele Cleis, Otto Müller, Gianni Realini, Marco Piffaretti, Elvezio V.D. Meyden, Sergio Emery, Padre Guglielmo Schiavina, Waldis Ratti, Luca Marcionelli
Per i trasporti:
Ditta Brenno Starnini e Luigi Piccolo Locarno
Ditta Clerici Vitali Dellea Magadino
Ditta Giuseppe Herger Maggia